Fahrenheit 451 è la temperatura a cui i libri bruciano meglio.
Del famoso
libro di fantascienza "Fahrenheit 451" esiste una riduzione teatrale
fatta dallo stesso autore: Rav Bradbury, uno dei più grandi scrittori
americani contemporanei.
Nel testo teatrale Bradbury riprende l'ambientazione in una ipotetica
società del futuro, nella quale leggere un libro -qualsiasi libro-
è considerato un delitto gravissimo, tanto che i vigili del fuoco
hanno in compito istituzionale di bruciare tutti i libri ancora esistenti.
Ma mentre i "normali cittadini", apparentemente "felici", passano il
tempo davanti a gigantesche pareti televisive, una minoranza di ribelli
escogita un modo geniale e poetico di conservare la memoria di ciò
che nei libri è scritto con grande valore etico, Bradbury ci
ammonisce sui pericoli che corre una società massificante, che
segue un concetto semplicistico e aberrante di uguaglianza: nessuno
deve eccellere, nessuno deve diversificarsi dagli altri!
Una società che usa la televisione per sopire le coscienze, livellare
le intelligenze, travisare la realtà e brucia i libri perché
sede di idee individuali, opinioni personali, sentimenti privati ("dietro
ogni libri c'è un uomo!") e perciò fonte di discussioni
e diverbi.
La messa in scena pone l'accento sulla "pericolosità" dei libri,
nel senso che: leggere non è mai un atto neutro, porta con sé
cambiamenti nel bene o nel male. Tutti i personaggi della storia vengono
a contatto almeno con un libro e tutti ne sono profondamente colpiti,
alcuni con esiti evolutivi, altri con esiti tragici.
Amore e odio, smarrimento e disprezzo, curiosità e paura: un
libro non lascia indifferenti! |