Claudio Engheben - Milena Moneta
TEATRO CON IL CORPO
cento esercizi ragionati per la scuola e altro
con una nota di Cesare Lievi
illustrazioni di Sandro Gerelli
Zanetto Editore
Introduzione
Teatro col corpo è un manuale operativo: uno strumento per la scuola e per il mondo dell'animazione teatrale.
Non si tratta di una semplice raccolta di un centinaio di esercizi (nel settore ne esistono migliaia), ma della sintesi di venti anni di esperienza. Sono gli esercizi che nel corso di una carriera ci hanno dato i risultati migliori in termini di coinvolgimento, di maturazione, di raggiungimento di obiettivi tecnici, senza dimenticare che la strutturazione dell'attività guarda ad un'eventuale messa in scena. Gli esercizi sono allo stesso tempo piacevoli e tecnici, tanto che po-tremmo chiamarli esercizi-gioco; sono adatti a ragazzi di 8-14 anni. La spiega-zione non dà mai niente per scontato: appaiono suggerimenti, trucchi, varianti, note; anche allievi ed insegnanti che si inoltrano per la prima volta su questo terreno non troveranno difficoltà. Il linguaggio è chiaro e semplice.
Ci sono modi diversi e comunque validi di avvicinarsi al teatro, partendo dalla narrazione orale, dal testo classico, da una lettura qualsiasi… Noi preferiamo partire dal corpo perché entusiasma i ragazzi e facilita gli insegnanti, soprattutto è l'approccio che nella nostra esperienza ha dato i migliori risultati. Ci siamo stabilizzati su questo modello: un lavoro iniziale sul corpo molto approfondito (è il tema di questo volume), la realizzazione di uno spettacolo centrato sul corpo, una fase successiva dedicata alla voce. La conquista di una espressività corporea resta comunque determinante: troppo spesso si riduce il teatro al solo testo recitato.
Quale spazio utilizzare? È preferibile condurre il laboratorio in uno spazio apposito riservato all'attività teatrale. Se non è disponibile, va bene anche l'aula, ma trasformata rispetto al consueto lavoro giornaliero non solo per ricavare tutto lo spazio libero possibile, ma anche per sottolineare l'idea di uno spazio "altro".
Come ci si deve vestire? È importante indossare esclusivamente un abbi-gliamento apposito, da infilare ogni volta, così da "staccare", anche con una marcatura di tipo fisico, rispetto alle consuetudini giornaliere o scolastiche; i-noltre così gli esercizi si possono eseguire più comodamente. Di solito si ricorre ad una tuta e a dei calzettoni o a delle scarpe di tela.
Se anche l'insegnante si mette in tuta o comunque in abbigliamento adatto e partecipa ad alcuni giochi si stabilisce un clima positivo che incoraggia l'allievo a provare senza temere l'errore e la critica e il laboratorio risulterà più efficace.
Quanto tempo dedicare? Il tempo da dedicare all'attività non dovrebbe essere inferiore a due ore consecutive alla settimana. A scuola meglio sfruttare le prime ore; escluderemmo il pomeriggio quando c'è meno concentrazione, inoltre il pomeriggio suggerisce l'idea di un'attività meno importante rispetto alle altre materie. Evitare che ci sia di mezzo l'intervallo della ricreazione. Le ore dedicate all'attività teatrale dovrebbero aumentare in vista dell'eventuale rappresentazione.
È opportuno presentare uno spettacolo finale? Lo si può fare oppure no; il lavoro proposto in questo manuale consente di socializzare la classe e di sco-perchiare quella grande messe di fantasia e creatività di cui è portatore ogni ragazzo e di incanalarla in senso espressivo e comunicativo. Tuttavia parteci-pare ad una rappresentazione è un'esperienza troppo avvincente per trascurar-la, coinvolge l'intera classe poiché la riuscita dipende dal contributo di tutti; è un'apertura verso l'esterno perché si rivolge al pubblico dei genitori e magari del quartiere, facendo conoscere il lavoro della scuola. Infine il teatro è sempre rischio (dell'errore, della caduta...), fa parte dello stare in scena e pertanto è una dimensione che va sperimentata.
Come usare gli esercizi
Gli esercizi, come si legge nel sommario, sono divisi in tre sezioni. Ogni sezione è divisa in quattro gruppi. Gli esercizi di riscaldamento servono, non solo, come dice la parola, per preparare il corpo al successivo lavoro, ma diventano un "rito" che prepara psicologicamente la classe all'attività. Gli esercizi di socializzazione permettono di conoscersi, di affiatarsi, di sperimentare si-tuazioni che portano ad aver fiducia l'uno nell'altro. Quelli di decondiziona-mento rendono meno impacciati, fanno superare la paura del contatto fisico e tolgono gli stereotipi motori. Gli esercizi di osservazione migliorano la capacità di "vedere" e di attenzione. Attraverso il lavoro della Seconda Parte si migliora il controllo del corpo e la coscienza che questo è "vivo" anche quando è fermo (respirazione), che fra le sue parti esiste un rapporto dinamico (equili-brio). Con gli esercizi di movimento e di ritmo ci si riappropria di funzionalità forse relegate nell'infanzia. Esercizi collettivi di ritmo sottolineano che basta l'errore di uno solo per far fallire il lavoro, che è quindi importante il gruppo e l'affiatamento; abituano inoltre a tenere il tempo teatrale. Con l'espressività si potenzia la dimensione ludica e si favorisce una comunicazione corporea più consapevole. Finalmente con la creatività si costruisce qualcosa, è una dimensione che non dovrebbe mancare in nessuna "materia", troppo spesso la scuola è attenta solo al sapere creato dagli altri. Verso la meta convoglia la creatività verso uno spettacolo: il lavoro dei singoli si concretizza in qualcosa che può esistere solo come "insieme". All'interno di ogni gruppo gli esercizi sono stati posti in ordine di difficoltà, ma ognuno seguendo un proprio percorso logico può decidere di proporli in altro ordine. Ogni lezione dovrebbe prevedere esercizi presi da più gruppi. A titolo indicativo facciamo due esempi:
Terza lezione Camminate semplici, Tronco, Piuma, Dondolino, Rifare, Campana.
Dodicesima lezione Camminate coordinate ed espressive, Ta ta-ta, Abbraccio, Galli, Più spazio, Oggetto fantastico.
Nelle prime lezioni la maggior quantità degli esercizi sarà pescata dalla prima sezione, poi gradatamente si introdurranno quelli della seconda e terza sezione, verso la fine naturalmente questi costituiranno la maggioranza. Alternare gli esercizi più movimentati a quelli più tranquilli; quelli che ri-chiedono molta concentrazione a quelli che permettono di sfogarsi; quelli singoli a quelli di coppia o di gruppo.
Non insistere troppo su un esercizio che non dà i risultati sperati, meglio ri-prenderlo la lezione successiva. Proporre sempre nella prima parte della lezio-ne quelli che si ritiene possano risultare più difficili. Per molti esercizi si propongono delle varianti, magari da applicare la volta successiva, ma presto la sensibilità degli insegnanti e degli allievi ne suggerirà altre adeguate al gruppo ed ai suoi ritmi.
È bene che l'insegnante sottolinei le finalità di ogni esercizio. I ragazzi devono abituarsi alla critica costruttiva; ad essere spettatori attivi per individuare difetti e possibili correzioni, peraltro questo permette di tesaurizzare l'esperienza in vista della messa in scena: avremo un serbatoio di idee sicuramente ricco e interessante.
Abituarsi a non interrompere mai un'azione, anche se si avverte di averla sbagliata, si può sempre rifare dopo averla conclusa. Una consuetudine che ri-sulterà utile quando saremo in scena: lo spettacolo continua qualsiasi cosa accada.
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Sommario
Nota di Cesare Lievi
Introduzione
Come usare gli esercizi
PARTE PRIMA conoscenza del corpo
Riscaldamento:
Camminate semplici
Camminate coordinate
Camminate espressive
Socializzazione:
Incontro
Palla
Serpente
Dondolino
Bambola
Cieco
Decondizionamento:
Questo sono io
Mano su mano
Tronco
Alveare
Cuore
Abbraccio
Osservazione:
Tu sei…
Pigiami
Rifare
Specchio
Fotografia
Cammino io
PARTE SECONDA controllo del corpo
Respirazione:
Quattro quattro quattro, Piuma
Palloncino
Apri la finestra
Equilibrio:
Albero, Angelo
Mela, Lontano, Bufera, Crawl
Gomitolo
Schiena a schiena, Campana, Carriola, Galli
Ubriaco, Nave
Spinta, Radice, Febbre, Fardello
Movimenti:
Euclide
Ostacoli
Perno
Dissolvenza
Più spazio
Appoggi
Ritmo:
Sequenza
Pistoni
Caos
Ingranaggi
Ta ta-ta
Tunnel
PARTE TERZA espressività del corpo
Rilassamento:
Treno
Più forte
Dai piedi alla testa
Espressività:
Alga
Mi siedo
Inversione
Marionetta
Adamo
Manpieviso
Creatività:
Sesamo
Reazione
Acqua fuoco
Bastone
Oggetto fantastico
Virata
Verso la meta:
Il prode cavaliere
Coppie
Storie in soffitta
Suggestioni
Improvvisazioni su tema
Improvvisazioni su musica
Verso lo spettacolo
Esempi
Esercizio Alveare
Esercizio Tunnel
Esercizio Coppie
1 Alveare
L'animatore chiede agli alunni di costruire con i corpi una struttura ad alveare. Si devono rispettare due vincoli: ogni ragazzo deve avere almeno un punto di contatto con un compagno, ogni ragazzo deve creare un passaggio tra sé ed un compagno oppure tra una sua parte del corpo ed un' altra.
Ad ogni allievo viene assegnato un numero progressivo (1, 2, 3…). L'animatore chiama il numero uno, poi il due e così via, finché tutta la classe forma la struttura richiesta. Probabilmente dopo il primo tentativo questa struttura non sarà molto originale: spesso semplicemente ci si dà la mano schierati uno di lato all'altro.
Gli allievi possono invece mettersi in contatto con un compagno non solo con le mani, ma anche con i piedi, la testa, il gomito, il naso…; non necessariamente devono stare in piedi schierati: si possono sdraiare, sedere, inginocchiare…, possono assumere le più svariate posizioni occupando lo spazio in tutte le direzioni, cercando di formare una struttura plastica equilibrata e origi-nale.
Gli ultimi due ragazzi invece di andare ad arricchire la struttura diventano le api che entrano nell'alveare: strisciando sul pavimento s'insinuano nei passaggi creati dai compagni. Per la prima volta è opportuno che le api siano due ragazzi piccoli e agili, successivamente possono provare tutti. Se l'alveare è particolarmente riuscito ed è stabile le api possono cambiare di ruolo con alcuni ragazzi dell'alveare, altrimenti se ne forma un altro cambiando le parti.
Nota per gli allievi. Alla tua età, quando ci si trova con compagni nuovi ci si pone spesso in un atteggiamento di chiusura: – Togli la mano dal mio banco, non toccarmi la spalla… – L' esercizio ti abitua ad essere meno insofferente e a non temere il contatto fisico; per questo è bene che tutti striscino fra i corpi dei compagni.
Nota per l'insegnante. Anche se l'esercizio piace, meglio non insistere per far provare subito a tutti la parte dell'ape, si può riprendere il gioco la lezione successiva. Per mantenere l'ordine alla fine l'insegnante manderà a posto i ragazzi chiamandoli uno ad uno in ordine inverso (…21, 20, 19, 18…)
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2 Tunnel
Si utilizzano canne di bambù lunghe circa due metri, una per ciascun ragazzo. Quindi si costruisce un tunnel "dinamico" sotto il quale dovranno a turno passare. La costruzione avviene così. I ragazzi si dispongono su due file, una di fronte all'altra, ad un distanza pari alla lunghezza di due canne. A due a due, quelli che stanno di fronte, compiono lo stesso movimento, ora alzando le canne facendole convergere fino a far sfiorare le punte, ora abbassandole a terra con le punte sempre convergenti. I movimenti sono in successione e alternati, nel senso che se i primi due delle file opposte hanno le canne abbassate, quelli che occupano il secondo posto le hanno alzate. E così via in modo che i numeri pari compiono lo stesso movimento, altrettanto i numeri dispari; i due movimenti sono opposti tra loro. I movimenti devono essere sincronizzati e tenere un ritmo preciso e sempre identico per consentire ad un ragazzo di attraversare indenne il tunnel. Naturalmente per passare senza farsi colpire dovrà a sua volta muoversi a ritmo così da sfruttare il momento in cui le canne sono alzate e consentono il passaggio. È opportuno che i ragazzi nell'eseguire il movimento tengano il ritmo uno-due, uno-due con la voce.
L'esercizio ben eseguito è di grande effetto: il pubblico in un primo momento non capisce come i ragazzi riescano ad attraversare la selva.
Nota per gli allievi. Avrai notato l'importanza del lavoro di gruppo, infatti l'esercizio funziona solo se c'è una perfetta sincronia di movimento e tutti tengono il ritmo giusto. Se uno solo sbaglia o ha un'incertezza, il gioco fallisce.
Nota per l'insegnante. L'esercizio è più facile se svolto da pochi allievi. Si può prima provare con pochi ragazzi (quattro a destra e quattro a sinistra) e poi aumentarne il numero.
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3 Coppie
Il gioco si prepara in precedenza scrivendo su dei bigliettini il nome di un personaggio, di un animale o di un oggetto tale che ciascuno possa essere associato senza difficoltà con un altro. Per esempio ogni biglietto può contenere un elemento delle seguenti coppie: incantatore - serpente, cane - cacciatore, albero - uccello, televisione - spettatore, astronave - marziano, barca - vento, pittore - quadro, pompiere - fuoco, fiore - farfalla, gatto - topo, prete - croce, specchio - ragazza vanitosa, ballerina - pianista, goloso - torta, naufrago - iso-la…
Quindi l'animatore distribuisce a caso i bigliettini fra i ragazzi. Una volta ricevuto il bigliettino, ciascuno di loro rappresenta quanto in esso indicato. Prima in modo statico, poi, se non è sufficiente a farsi riconoscere, anche ricorrendo alla mimica del movimento. Una volta che i due partner si sono riconosciuti devono ricongiungersi e improvvisare una situazione, restando entrambi legati a quanto scritto nel bigliettino.
Variante. L'animatore ridistribuisce i biglietti (o ne dà di nuovi). I ragazzi vengono accoppiati a caso e devono costruire una situazione da mimare. Possono capitare coppie divertenti come prete - ragazza vanitosa, coppie "impos-sibili" come torta – isola, tali da mettere in moto la più imprevista fantasia.
Variante. Si mettono in un sacchetto biglietti che individuano altrettanti personaggi, per esempio: un marziano, un bambino affamato, un ricco sfondato, una ragazza impaurita, un uomo ferito, un venditore (anche di sogni)... Se ne estraggono a sorte due o tre invitando di volta in volta un gruppo di ragazzi a metterli in situazione.
Nota per gli allievi. Una delle difficoltà del gioco sta nel fatto che devi interpretare la consegna del bigliettino e contemporaneamente osservare "tutti" gli altri ragazzi in cerca del compagno con cui formare la coppia.
Nota per l'insegnante. La difficoltà dell'esercizio può essere graduata dall'insegnante nella proposta delle coppie da interpretare.
Il gioco è più interessante se i ragazzi non conoscono tutte le coppie dei bigliettini.
Le soluzioni meno banali e più fantasiose potranno essere sottolineate e "archiviate" per un eventuale utilizzo in uno spettacolo.
Neonato - Mamma
Strega - Scopa
Capostazione - Treno
Alunno ............
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Zanetto Editore
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