Si tratta della sintesi dell'incontro con Paola Zannoner organizzato dalla Biblioteca di Ghedi (Brescia), giovedì 30 settembre 2004. La pubblicazione sul sito è autorizzata da Paola Zannoner. La sintesi (e gli eventuali errori) sono esclusivamente di nostra responsabilità.

Narrativa a scuola

Paola Zannoner

 

Dirò subito che ci sono alcuni aspetti della narrativa scolastica, così come viene fatta, che non condivido. Non trovo utile che in una classe tutti leggano lo stesso libro: ogni allievo ha i suoi gusti, i suoi tempi, la sua storia; quello che va bene per uno può non andare bene per l'altro.

I libri di narrativa scolastica abitualmente presentano delle schede di comprensione; a parte che questa modalità di analisi del testo è già superata, con le schede si finisce per allontanare i ragazzi dalla lettura.

Un'altra modalità che non condivido è l'ora settimanale di narrativa, così il testo si annacqua e non fa più presa sui ragazzi.

 

La narrativa scolastica dovrebbe motivare i ragazzi a leggere, per questo si deve tener conto delle ABILITÀ e del MODELLO. Per quanto riguarda le abilità è chiaro che ogno ragazzo dovrebbe leggere libri adatti a lui, in particolare per quanto riguarda la comprensione. Non si deve essere obbligati ad avvicinare i ragazzi alla grande letteratura; facciamogli leggere libri che rispecchiano la loro vita, i loro problemi, le loro aspirazioni. Può essere utile tener conto anche della lunghezza del libro, a volte anche della copertina...

Per quanto riguarda il modello dovremmo mirare a creare un CLUB di lettori, bisogna lavorare sul concetto di gruppo solidale. È chiaro che se lo stereotipo del lettore è quello del ragazzino isolato, miope, secchione, non sportivo e magari pure malaticcio, il richiamo verso chi non legge è nullo.

Ecco allora il bisogno della PROMOZIONE. È da distinguere la promozione del libro dalla promozione della lettura. La prima, presente soprattutto alle elementari, mira a far prendere confidenza col libro, ad es. con la costruzione di libri, copertine, pop-up, ma anche con la visita della biblioteca, della tipografia (per le medie) o col seguire il lavoro della bibliotecaria. La seconda mira a creare le migliori condizioni per la lettura. Deve tener conto dell'accoglienza, dello spazio, dell'atmosfera. Un posto particolare nella "Promozione della Letura" spetta alla Lettura ad alta voce, dove diventano importanti la sonorità, le pause, la mimica e dove è più facile trasmettere le emozioni. Non dimentichiamo che è recente l'abitudine alla lettura silenziosa e che ad esempio Dickens leggeva le sue opere in pubblico dopo essersi preparato e aver evidenziato nel testo dove fare le pause o dove calcare la voce. La lettura ad alta voce da parte dell'insegnante non dovrebbe essere improvvisata, ma preparata; attenzione però, "leggere ad alta voce" non vuol dire fare gli attori, gli insegnanti non lo sono e neppure devono diventarlo.

La promozione alla lettura funziona sempre, ma deve essere fata su tempi lunghi. Non è un caso che in quei paesi come l'Olanda dove si legge molto, esistono moltissime manifestazioni di promozione. Certamente è più facile la promozione alle elementari che per i ragazzi sedicenni, per una questione sociale, ma forse anche biologica; qui si può lavorare sui sentimenti e sulle emozioni forti, ad es il mistero.

 

Come si costruisce un percorso di lettura, o più semplicemente come si seglie un libro? Esistono cataloghi ragionati di narativa per ragazzi, Siti web degli editori e non solo, Riviste specializzate (Li.ber, Il pepeverde, sfoglialibro...), Fiere del libro (Torino, Bologna...), ci sono Bibliotecarie competenti a cui chiedere aiuto, ma la cosa più importante è LEGGERE. Solo l'insegnante può dire se quel libro è adatto proprio a quel ragazzo, ovviamente se conosce il libro.

 

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