Riassunto di alcuni interventi del convegno di Campi Bisenzio: Segnali di Lettura (Roberto Denti, Luca Ferrieri, Eros Miari, Anthony Horowitz). I testi completi delle relazioni ed altro materiale saranno pubblicati sul numero 52 della rivista LiBeR

SEGNALI DI LETTURA (giugno 2001)

Esperienze di promozione della lettura per bambini e ragazzi in biblioteca

 

Roberto Denti

Preistoria e attualità della promozione della lettura. L'esperienza di un osservatore tra libri e iniziative.

Le biblioteche di pubblica lettura solamente da poco più di vent'anni hanno un reparto dedicato ai ragazzi. Ancora oggi vi sono ostacoli: gli adulti (insegnanti compresi) non leggono; la scuola propone la narrativa principalmente come lavoro didattico e non come piacere della lettura; la promozione della lettura propone attività molto interessanti, ma che non sono finalizzate a far legggere di più: è bello costruire libri, è intertessante la lettura animata (teatrale) ma queste attività sono un'altra cosa.

Oggi rispetto a vent'anni fa ci sono molti più libri ed è più difficile restare aggiornati, ma è triste pensare che i ragazzi oggi leggono di più nonostante gli adulti: non sono stati gli adulti a fargli leggere Piccoli Brividi o Le ragazzine o Harry Potter. È essenziale che insegnanti e bibliotecari leggano (negli USA in biblioteca esistono figue differenti: chi scheda i libri, chi tratta col publico, CHI LEGGE I LIBRI. Sì è pagati per leggere! Nelle nostre biblioteche se il personale fosse scoperto a leggere probabilmente sarebbe invitato a riprendere il lavoro.)

La vera promozione è quella di far sì che insegnanti e bibliotecari leggano il maggior numero possibile di libri per poter essere vicini ai ragazzi quando questi chiederanno un libro così e così o un libro come quello appena letto...

 

Luca Ferrieri

Noi leggeremo un giorno per dispetto. La promozione omeopatica e altre inoculazioni.

La narrativa per ragazzi ha subito una leggera flessione, non è l'apocalisse, pochi punti in percentuale. L'editoria ragazzi continua comunque a salvare le case editrici: la differenenza in punti di percentuale tra adulti e ragazzi, a favore di questi e di ben 25 punti. Non si tratta solo della concorrenza multimediale, ma pensiamo ad una omologazione strisciante. È la fine dell'infanzia, i ragazzi assomigliano sempre più agli adulti (anche nel leggere poco). Forse non bisogna difendere l'isola felice, ma allargarla; se prima la promozione della lettura si occupava della sezione ragazzi delle biblioteche ora deve essere allargata all'intera biblioteca e coinvolgere anche gli adulti.

La seconda parola chiave che voglio proporre è opposizione, la lettura è oppositiva, come dice Pennac la maggior parte delle letture avviene "contro". Questo porta ad un triplo salto mortale. Primo: la promozione della lettura deve essere poco promozionale (non si tratta di edulcorare le pillole), ma (come sugerisce la terminologia francese e spagnola) deve fomentare la lettura. Bisogna allora capire chi sono i nemici della lettura. Nel 1995 è uscita una ricerca dal titolo "Orgogliosi di non leggere". Per la prima volta i non lettori hanno smesso di fare finta, si sono liberati dal complesso di inferiorità, così facendo hanno permesso a noi lettori di liberarci dal complesso di superiorità.

Secondo: muoversi stando fermi, liberarsi dalla fretta, dal bisogno di risultati, dai bilanci...

Ed eccoci ad un'altra parola chiave ed al terzo salto mortale. La promozione della lettura deve essere omeopatica, deve essere presa in in picole dosi. La promozione non deve essere troppo ricca, deve lasciare un po' di appetito. Ciò che in dosi massicce ammala (letture coatte) in piccole dosi guarisce. Il principio omeopatico della somiglianza contagia: prima si cerca la vita nella lettura, dopo si cerca una vita come quella della lettura. Avviene la succussione (termine che in omeopatia indica quando il rimedio viene dinamizzato e la materia trasformata in energia): il libro passa di mano in mano ed a ogni giro si carica di una valenza di energia in più.

 

Eros Miari

Il libro in una stanza. La lettura tra contagio e promozione.

Spiritosa presentazione del Manifesto del Partito dei Lettori: sulle note di Il cielo in una stanza di Gino Paoli appaiono diapositive tratte da Nel paese dei mostri: "Quando sei qui con me (libro) questa stanza non ha più pareti, ma alberi...

Altri aderenti al Manifesto: Gary Paulsen (lettura dell'introduzione di La stanza d'inverno). Poi ancora un racconto di un ragazzo che pensa solo allo sport fino a quando a letto, malato il padre gli legge un libro. –Parla di sport?– –Parla di scherma lotta, tortura, veleno, vero amore, odio, vendetta, giganti, cacciatori, uomini malvagi, uomini buoni, serpenti, ragni, bestie d'ogni natura e tipo, dolore, morte, uomini coraggiosi, uomini codardi, uomini più forti, inseguimenti, menzogne, verità, miracoli...– –Sembra O K– Il "contagio" ha successo, il ragazzo diventerà un grade scrittore (William Goldman). Tutto bene, ma... I nuovi lettori sono dovuti al contagio, al diffondersi del Pennac-pensiero, all'affermarsi del piacere di leggere? Penso che in realtà molto si debba alle case editrici che hanno capito che certi libri erano invendibili e hanno cercato altre strade. Niente invece hanno fatto le famiglie e poco la scuola. Sono più pessimista dello scorso anno, non per la piccola crisi di quest'anno, ma perché mi sembra che si chiuda un'epoca. Penso che 15 anni fa anche le attività di promozione ma non strettamente di lettura avessero un senso (per attirare i ragazzi in biblioteca, per sviluppare la creatività...). Ma ora deve iniziare una fase nuova. È proprio vero che come dice Pennac il verbo leggere non sopporta l'imperativo? Non potendo per mancanza di tempo usare le sfumature non vorrei essere frainteso, Pennac afferma che il verbo leggere non sopporta l'impertivo, ma fa anche capire che neppure sopporta lo stare a guardare. E se fossero le proposte di promozione della lettura, come quelle di oggi pomeriggio, obbligatorie?

 

Anthony Horowitz

Horowitz è intervistato da Angela Ragusa, traduttrice italiana dei suoi libri.

C'è un aspetto biografico nei suoi romanzi? A otto anni sono andato in un college, qui ho passato una brutta infanzia (anche per questo, la sera nel dormitorio, ho cominciato a raccontare storie), questi ricordi sono serviti per tratteggiare Villa Ghiacciaossa: luoghi, atmosfere, insegnanti. Per altri personaggi mi sono ispirato alla mia famiglia, così per Nonnina o per i genitori di Villa Ghiacciaossa.

Per scrivere bisogna leggere? Più leggi, più è facile scrivere. Leggo poca letteratura per ragazzi per non rischiare di essere influenzato, mi chiedo ad esempio se la signora Rowling (l'autrice di Harry Potter) abbia letto Villa Ghiacciaossa? Leggo di più i grandi classici, e ogni tanto prendo da questi un'idea e sviluppandola la porto nei miei libri.

Che rapporto ha con i suoi libri? Scrivo per hobby, il mio lavoro è alla TV e al cinema (sceneggiature, produzione...) Non seguo le mode, anche per questo cambio spesso genere (horror, spionaggio, romanzo storico, giallo...), mi piace sorprendere. Non ho messaggi da trasmettere, semplicemente divertitevi a leggere, ma nei miei libri c'è sempre la speranza; i ragazzi non devono mai perderla. Non mi piacciono i libri fatti in serie (Piccoli Brividi).

Cosa pensa delle illustrazioni dei suoi libri? Non mi piacciono le illustrazioni in generale, perché è un lavoro che faccio già io: creo immagini con le parole. Comunque l'illustratore dei miei libri in italiano è bravo e l'ho suggerito anche per le edizioni inglesi.

N.B. Domande e risposte sono state liberamente sintetizzate.