Un fiume enorme. Lunghissimo. Risalirlo vuol dire arrivare nel cuore
di un continente sconosciuto. Dove la natura non ha rivali. Dove per
orientarsi la bussola dell'esploratore non basta più.
Marlowe (l'eroe) parte per cercare un altro uomo di cui non si sa più
nulla, su cui già fioriscono le leggende. Un grand'uomo, un benefattore
dell'umanità, per alcuni. Un ambizioso, un povero pazzo assetato
di potere, per altri. La verità? Marlowe alla fine lo incontrerà.
Tenterà di capire, fino ad ottenere la risposta più terribile
e definitiva. Questa la trama: semplice e potentissima.
Quando Conrad scrisse "Cuore di tenebra", facendo tesoro anche della
sua esperienza come capitano di un piroscafo mercantile in Africa, l'età
delle colonie viveva uno dei momenti di massimo splendore. In Europa,
da giornali e pubblicazioni, si moltiplicavano gli appelli a portare
la ragione, la civiltà, il progresso in quel buco nero dominato
dall'istinto bestiale e dalla superstizione, in quel "cuore di tenebra"
che si riteneva fosse l'Africa e la sua cultura. In quel clima culturale
Conrad riuscì ad operare uno stravolgimento strano e inquietante:
tenebra e oscurità non stanno solo dove il pregiudizio europeo
le vuole vedere ma anche (e principalmente) nel cuore e nella mente
di chi si illude di portare la verità e la luce. Lo spettacolo
porterà in scena quello che da sempre è, nella nostra
cultura, il "gioco dell'Africa". Ovvero: immaginarsi un mondo lontano,
caricarlo dei propri pregiudizi e delle proprie aspettative, cercare
altrove una rivincita dei propri fallimenti in patria, partire, esplorare
senza conoscere, ridurre nature e culture alle loro possibilità
di sfruttamento economico, distruggere chi non vuole omologarsi giustificandosi
con la santità delle intenzioni, annientare e annientarsi. Questo
gioco, con le sue beffe, la sua ironia crudele, la varietà di
soluzioni teatrali, musicali e scenografiche, sarà l'immagine
guida dello spettacolo. Cercheremo di confrontarci con ciò che
"Cuore di Tenebra", testo al di fuori di ogni anticolonialismo di maniera,
pone come temi fondamentali: lo stallo e il punto morto di una cultura,
di un modo di vedere "l'altro", di sospettare la tenebra sempre e solo
nelle menti di chi non ci è simile.