Matilde
è una bambina molto speciale: a tre anni ha imparato a leggere
da sola e quando va a scuola ha già letto una montagna di libri
in biblioteca, risponde a domande difficilissime e fa calcoli mentali
impossibili per chiunque altro.
Inoltre possiede degli strani poteri paranormali. Insomma, Matilde è
un piccolo genio! Purtroppo è circondata da adulti stupidi o
vigliacchi o crudeli.
Le due zie alle quali è affidata (l'hanno "ereditata" con l'azienda
di famiglia) la sopportano a mala pena, la vivono come un peso fastidioso
e guardano con sospetto alle sue straordinarie capacità. La direttrice
della sua scuola (la "Spezzindue"!) la accusa continuamente di falsità
e la erge a capro espiatorio di qualunque cosa accada.
Solo il bibliotecario che l'ha iniziata alle migliori opere letterarie
e la sua maestra di Prima, Betta Dolcemiele, si rendono conto delle
straordinarie potenzialità di Matilde, si pongono il problema
di come sottrarla alle angherie di zie e direttrice e di come darle
le opportunità di crescita che merita. L'uno però è
un po' distratto, un po' svanito, un po' "fuori". L'altra è una
timida, ha tanta paura della direttrice e non osa opporsi ai suoi voleri.
Riusciranno insieme ad aiutare Matilde?
Paradossalmente sarà proprio la bambina ad aiutare se stessa,
dando agli adulti intorno a lei una spinta a fare le proprie scelte.
In particolare aiuterà Dolcemiele a riscattarsi da un'infanzia
dolorosa nonché a rendersi responsabile del proprio futuro.
Durante lo spettacolo Matilde, la bambina, non appare, ma è continuamente
citata ed evocata dagli altri personaggi adulti. Matilde è in
realtĖ in ognuno dei bambini che assisteranno allo spettacolo, che alterna
momenti di comicità e tensione, gioia e poesia, leggerezza e
impegno nel tentativo di raccontare una vicenda a tratti crudele ma
emblematica dell'ottusità che a volte gli adulti dimostrano verso
il mondo del bambino.