Un
mercante, padre di tre figlie, si smarrisce nel bosco, di ritorno da
uno sfortunato viaggio d’affari. Trova rifugio nel palazzo della
Bestia, un essere orribile, metà uomo e metà belva. Qui
cerca di rubare una rosa e per questo la Bestia lo minaccia di morte.
L’unica sua possibilità di salvezza è che sia una
delle sue figlie a morire al suo posto.
La più
bella delle tre figlie accetta il sacrificio e si reca al palazzo. Ma
andrà incontro ad un altro destino.
Con
"La Bella e la Bestia" prosegue un percorso sulla narrazione
a due voci e contestualmente un lavoro di ricerca sul tema della diversità.
Attraverso l’avvincente intreccio di questa fiaba classica intendiamo
parlare di alcuni aspetti di questo tema quanto mai attuale, in particolare,
in questo caso, del “diverso” che sta dentro di noi.
Nasce così
una storia ricca di fascino e di emozione, di cui cerchiamo di mostrare
i significati nascosti attraverso la parola ed il movimento. Lo spettacolo
utilizza infatti principalmente la tecnica del racconto orale, con la
sua essenzialità ed immediatezza. Ma spesso la parola si fonde
al movimento espressivo o lascia completamente lo spazio a sequenze
di “gesti-sintesi”, nel tentativo di cogliere l’essenza
più profonda del racconto, con pochi oggetti e costumi, lasciando
alla voce e al corpo tutta la loro forza evocativa.