Pinocchio, e con lui il naso che cresce a dismisura, è diventato il simbolo della menzogna. Questo burattino di legno che incontra il mondo e le sue insidie è, in realtà, un piccolo essere alla ricerca della "verità". Come vittima sacrificale, Pinocchio viene spinto in un viaggio iniziatico dove le menzogne degli altri servono ad imbrigliarlo nelle sue stesse bugie. Insomma, un viaggio nel teatro della vita (dove buoni e cattivi talvolta si confondono), che disegna quadri comici, grotteschi e crudeli. Clowns, inservienti del circo e animali da esibizione diventano apparizioni oniriche che rendono il viaggio di Pinocchio simile a un’odissea o a un’avventura da girone dantesco. Nel romanzo di Collodi, il burattino si trova per ben due volte a "recitare" suo malgrado: nel fantasioso teatro dei burattini e in un metafisico circo degli asini. Questi luoghi rumorosi e colorati ci sono parsi il punto di partenza ideale per una lettura fedele ma non tradizionale del racconto.
Abbiamo per circa trent’anni esplorato l’universo dell’infanzia e dell’adolescenza in rapporto diretto con il pubblico o con autori contemporanei; ora proponiamo l’elaborazione di un classico, anzi, il Classico per l’infanzia (ma non solo!), poiché in questo troviamo oggi letture e percorsi aderenti ad un mito collettivo più attuale che mai. Una società che, come la nostra, vive sempre più di apparenza e di finzione, (arrivando a "spettacolarizzare" l’individuo sottoponendolo alla fiera della macchina della verità), è un terreno fertile per rimettere in gioco la storia di un burattino che, imparando a non mentire, diventa bambino.
Come Franti che nel libro "Cuore" ride e irride chi lo vuole tenere buono, privarlo della sua fantasia e della sua infanzia, così anche Pinocchio ha bisogno d’essere liberato da qualche filo ingiallito che gli impedisce di correre e saltare verso una nuova vita, quella vita che le giovani generazioni spesso reclamano urlando: "spericolata".
Trama:
Nello spettacolo si presenta la storia di Pinocchio ambientata all'interno
di un circo. Geppetto e Mastro Ciliegia sono due clowns; il gatto e
la volpe sono un illusionista e il suo assistente; il grillo parlante
è un cantante rock-blues; la Fata è una trapezista, il
padrone di Melampo è un domatore di polli... e così via.
Pinocchio, partner volontario o casuale di ogni "numero",
attraversando le proprie avventure cresce simbolicamente in tre tappe:
bambino, ragazzo, adolescente.
Lo spettacolo ha una struttura ciclica. Giunto nella pancia del pescecane
e ritrovato suo padre Geppetto, Pinocchio, grazie as un ribaltamento
scenico, si ritroverà nel circo iniziale. Nello spettacolo il
burattino non diventa bambino in carne ed ossa, in quanto è inscindibile
dal suo personaggio, legato al mondo del circo, dello spettacolo, della
finzione. Il teatro, luogo della finzione, del "fare finta",
mette quindi in scena un circo che è anche pancia del pescecane,
luogo dal quale non si può uscire che con l’immaginazione,
metafora della realtà della vita.